INTI
INTI
IL GRANDE SOLE NERO
Era il 10 settembre 2009, durante il terzo giorno della mia prima iniziazione presso l’H.S.ICh. (Hermandad solar de Los Intic Churincuna) il maestro Anton Ponce de Leon Paiva ci parla del significato di Inti per la Fratellanza Solare.
Nonostante io fossi alle primissime armi con lo spagnolo, il linguaggio di Anton è così chiaro e diretto che arriva dritto dritto al cuore. In realtà non so se fossero solo le parole a condurci nel vero significato degli insegnamenti perché più passavano i giorni più io mi sentivo diversa, più espansa, più amorevole.
La Fratellanza solare dei Figli del Sole ha la sua sede a Samana Wasi, Urubamba, nel cuore delle montagne sacre Peruviane, dove si sente davvero la connessione tra Padre Sole (Taita Inti) e Madre Terra (Pachamama).
“Inti” ci dice Anton “è colui che dona la vita, ma anche il sole fisico e lo Spirito”
Col termine Inti quindi si intendono i tre aspetti della vita: Dio, il sole fisico e la scintilla spirituale, il nostro vero sé.
Jatun Yana Inti è il grande sole nero che brilla di luce propria, è Dio immanifestato che è rappresentato simbolicamente con una circonferenza.
Il Dio manifestato, dopo la creazione è rappresentato con una circonferenza con dentro un punto.
Il grande sole nero è, quindi, il principio della creazione e contiene in sé il concetto di oscurità, di vuoto, di vacuità.
Per comprendere questo principio è necessario sbarrare le porte della mente razionale e dare spazio ad una comprensione metafisica che ci porta riconsiderare la realtà oltre le apparenze.
LA SPIRITUALITA’ E’ PRATICA
Per questo i maestri della fratellanza ci indicano il cammino spirituale come un cammino empirico, cioè un cammino che conduce alla conoscenza dei principi misterici attraverso la pratica personale e l’esperienza diretta.
“La spiritualità è pratica” ci dice Anton, non possiamo dire di essere veramente spirituali perché siamo a conoscenza di tante teorie filosofiche perché questa conoscenza non porta frutti nella realtà materiale.
La vera spiritualità è collegata al servizio e a questo punto ci racconta la storia delle patate.
Quando Anton si trovava presso il Villaggio dei maestri e ricevette la sua iniziazione, il maestro gli disse.
“Sai piantare le patate?” e Anton rispose “si, ho letto un libro che parlava di come piantarle”
“Bene” rispose il maestro “allora piantale” e lo mise davanti al campo. Anton non sapeva veramente come fare.
Allora il maestro amorevolmente gli disse “la conoscenza non è come la saggezza” “per piantare le patate occorre farlo”.
Quanta verità in queste parole!
La cosa molto interessante nel sentire questi insegnamenti è che arrivano con una grande amorevolezza e danno la sensazione al cuore di poter comprendere l’immensità del nostro compito umano.
E’ come se avessi sempre avuto dentro quelle conoscenze ma non fossi mai stata in grado di sentirle in maniera concreta, come se l’istruzione ricevuta avesse messo dei veli su quello che spontaneamente il cuore è chiamato a sperimentare e apprendere.
Come sperimentare il grande sole nero nella nostra vita quotidiana?
Dando voce al nostro sé che è connesso alla grande luce del vuoto, perché Jatun Yana Inti è pieno di scintille di luce, non identificandoci col nostro corpo, con le nostre emozioni, coi nostri pensieri e col nostro ruolo nel mondo.
La meditazione è importantissima. E la Fratellanza solare ci consiglia di recitare il Takis (Mantra) Noccan Kani.
Se vuoi praticarlo ti consiglio di vedere questo video dove parlo un pò del Takis e insegno a cantarlo.
https://www.youtube.com/watch?v=tCww6sulCOI
Vorrei concludere dicendo che permettendo al grande vuoto di divenire parte della nostra vita, accogliendo con fede gli eventi e aprendoci al grande mistero, allora possiamo davvero completare la nostra missione umana sulla Terra.
Siamo venuti sulla terra per essere felici!
Un abbraccio
Roberta