LAGO TITICACA – LA MAGIA DELLA COPPIA SACRA
LAGO TITICACA – LA MAGIA DELLA COPPIA SACRA
Siamo giunti sulle sponde del famoso lago Titicaca dopo una lunga notte di viaggio in autobus, stanchi, stremati. E’ impossibile prendere sonno, strade di terra piene di buche, il classico freddo delle notti di altura ti entra dappertutto ma finalmente siamo arrivati e il panorama ripaga ampiamente dall’interminabile viaggio.
L’aria è ancora bella fresca essendo le prime ore del mattino, il sole si riflette sul lago e parte l’incanto. Faccio dei respiri profondi e sento un’energia indescrivibile e una pace profonda. Vengo risvegliata dall’ipnosi da un tipico personaggio del luogo che ci propone un trip in barca di due giorni per visitare le maggiori isole del lago nella parte Peruviana.
Entusiasti della proposta accettiamo. Il trip parte tra un’ora. Perfetto, tempo della colazione e si sale a bordo.
Il lago Titicaca è un luogo di grande mistero e saggezza. E’ il lago navigabile più alto del mondo, situato a 3.800 metri sul livello del mare. Il suo colore riflette l’azzurro intenso dei cieli di alta quota, le sue acque sono pure e limpide e se ti siedi sulle sue sponde e ti lasci guidare dal suono delle sue onde puoi sentire l’eco di antiche popolazioni.
La leggenda narra che i due fondatori del fiorente impero Inca Manco Cápac e Mama Ocllo emersero dalle acque del sacro lago in corrispondenza dell’Isla del Sol e, come coppia di dei, si diressero al nord per cercare la valle “scelta”. Figli di Inti (il dio Sole) uscirono dal Lago arrivando sulla montagna Wanakawri (o Huanacaure), vicino a quella che un giorno sarebbe diventata Cusco, il bastone magico in possesso di Manco Cápac, cadde al suolo. Era il segnale sperato. Lì fondarono il loro villaggio-stato che diede inizio ad un impero basato sull’armonia, sull’uguaglianza e sulla pace: il Tawantinsuyu.
Ma chi erano Manco Cápac e Mama Ocllo? Come fecero ad emergere dal lago sacro?
Essendo una leggenda nessuno si pone delle domande riguardo al passato di questa splendida civiltà. Ma le risposte emergono dal lago stesso, ora, che è il momento per accoglierle.
Manco Cápac e la sua sposa erano degli esseri di luce, saggi che erano giunti da molto lontano… da Mu (chiamato erroneamente Lemuria), attraversando il Gran Rio (Oceano Pacifico). Si istallarono a Tiwanacu. Quando partirono erano Aramu Muru e Arama Mara, sacerdoti di Mu. (da “Il maestro al lago sacro” di Anton Ponce de Leon Paiva)
Si incontrano pochissimi scritti su questo meraviglioso continente ma ciò che deve essere incontrato affiorerà dalla coscienza di chi vi ha abitato.
Saliamo a bordo…
Quello che sale alla memoria ora che ti sto raccontando di quei momenti è la grande sensazione di semplicità, di umiltà, di gioia piena.
Per me è sempre stato molto importante accogliere un luogo sentendone l’energia, l’emozione che mi trasmette un posto è molto impattante sul mio essere e desidero procedere in maniera anomala.
Segui l’onda… non ti preoccupare se non troverai dei riferimenti comodi lineari. Sorrido mentre te lo dico perché lo sto dicendo a me stessa.
Isola Amantani, color ocra, asini, volti familiari, sorrisi sinceri, porte aperte dovunque, ospitalità, freddo intenso, calore interno, candela accesa di notte, unica fonte di luce e calore. Monte del femminile e monte del maschile. Culto del sole e della luna, specchi l’uno dell’altra, amanti uniti nella terra e baciati dallo stesso sole e dalle stesse acque. Parole dette tagliate dal vento e portate agli Dei, oh sole, Inti, grazie per illuminarci, oh Pachamama, grazie per alimentarci.
Sciamana, foglie di coca lanciate, ricerca della visione d’amore, non serve nulla per essere felici, meditazione, il silenzio non arriva, delusione, sciamana, sorriso… non importa, tutto ora è perfetto, lo dico ma non lo sento e le onde scorrono e il sole sorge nuovamente.
TIWANACU – NEL TEMPO … LE MEMORIE INTERNE RITORNANO
Dopo otto anni torno sul lago ma dal lato Boliviano, proprio dove, secondo la leggenda emerse la coppia sacra.
Tiwanacu la culla della civiltà umana, isola del sole e isola della luna.
Dopo otto anni i ricordi sono più chiari, color ocra, antiche civiltà, gesti sacri delle divinità ad Inti, al Sole, oro, consapevolezza, sentire, amore. Il lago sacro, la Pachamama, la fratellanza solare mi ricordano che la coppia sacra è dentro di me, è movimento e riposo, primavera e autunno, estate e inverno, inspirazione ed espirazione, gesto esterno e intuizione, pace nell’azione, è amore verso l’esterno perché è verso l’interno, è accogliere in un abbraccio per sapere quando è il momento di parlare, è ascoltare per sentire cosa dire.
Il lago, magia, nessuna parola può rivelare ciò che non è già disponibile ad aprirsi nel tuo cuore. Mi stancano profondamente le parole delle guide, le date, i numeri, i riferimenti storici, ho sempre avuto difficoltà a ricordare gli eventi nella loro cronologia, ora non mi importa più.
Sento che non ha importanza davvero quanto sono alte le statue presenti nel sito di Tiwanacu, Mi viene da sorridere, all’inizio mi sentivo in difetto, o quante facce ci sono sulle pareti del tempio, Di che anno sono, A quale cultura appartenevano……
Ascoltiamoci bene, in questi tempi, entriamo insieme nell’essenza. Essere lì per me è diverso rispetto ad un’altra persona. Quello che muove a me è diverso da quello che muove a te.
Per me Tiwanacu è ricordo da spolverare, emblema della storia, culla di tante razze unite sotto un unico sole, calore grande, benedizione e gratitudine, portale di apertura del cuore.
Isola del Sole e isola della Luna, Gesù e Maria Maddalena, stessa energia d’amore spinta in direzioni diverse, profumi dolci e sacro silenzio, poche parole sui templi solo sentire, movimenti che partono dal cuore, piccoli lama in libertà, un delfino appare nel cielo, saggezza della terra, visione ampia di guarigione umana, perdono, fame d’aria, il sole tramonta sull’isola della luna.
Aramu Muru, Arama Mara, i due sacerdoti di Mu, i portatori del disco solare comunicavano col pensiero, costruivano col suono e portavano la conoscenza ad altre razze in pace e umiltà. Arrivarono come coppia perché portatori della stessa fiamma nella veste femminile e maschile. Erano in equilibrio ed in armonia, vivendo pienamente tutti i corpi sottili. Avevano una conoscenza grande dell’invisibile e del visibile, e un amore immenso per la creazione, quindi emanarono e continuano ad emanare questi insegnamenti ai puri di cuore. Quando l’uomo divenne più “evoluto” iniziò a dare la caccia ai successori della stirpe e questi per tutelare le conoscenze si rifugiarono nella valle sacra, in un luogo sicuro, ancora nascosto.
In questo villaggio sperduto tra le alte vette fu condotto il mio maestro Anton Ponce de Leon Paiva molti anni or sono per ricevere la sua prima iniziazione. Tutto torna al cuore. Forse qualcosa in più potrà essere rivelato nel tempo, ma, per il momento l’umanità ha bisogno di crescere nell’amore e nell’umiltà.
Non sarà la conoscenza a cambiare il mondo, quanto la pratica dell’amore e saggezza.
L’unione del maschile col femminile nel cuore. Tutto è già unito, occorre solo ascoltare di nuovo il suono del tamburo nel cuore che grida NOCCAN KANI. IO SONO.